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La leggenda del naftalan

Un tempo lontano lungo la celebre Via della Seta passava una carovana. Durante quel difficile viaggio uno dei cammelli cadde piegato dalla malattia e dallo sforzo.

Non sapendo come aiutarlo i mercanti lo lasciarono trascorrere gli ultimi giorni di vita all’ombra di un’oasi nel deserto, sulla riva di un grande lago nero. Sulle sue zampe deboli, il cammello scivolò e immerse il suo corpo stanco nel lago nero.

Alcuni mesi dopo, tornando indietro per lo stesso tragitto, la carovana trovò il cammello in salute e tranquillo all’ombra dell’oasi. Gli astuti commercianti compresero subito che il cammello malato era stato curato dal lago nero.

Portarono con loro il liquido nero, la cura appena scoperta altro non era che l’attuale naftalan.

Per questo il naftalan è comparso innanzitutto come mezzo medicamentoso nella medicina orientale, lo trasportavano nelle loro borse i chirurghi viaggiatori e veniva venduto alle fiere.

Il celebre esploratore Marco Polo ci ha lasciato la prima traccia scritta delle proprietà curative del naftalan.

L'impiego sistematico del naftalan in Azerbaigian è iniziato al termine del XIX secolo. Con la successiva scoperta negli anni ’70 del giacimento di nafta naftenica (in croato “kriška nafte”) di Ivanić Grad, l’Ospedale speciale Naftalan ha cominciato ad utilizzare tale olio minerale curativo a fini medici nel 1989.

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